Autore - Carlo Romeo

Rif. bibl. - Romeo, Carlo, Prefazione, in: Thaler, Franz, Dimenticare mai, Edizioni SONO, Bolzano 1990, pp. 5-7.

 

Fraz Thaler con l'editore David Casagrande, Bolzano 1989 (www.carloromeo.it)

È giusto che ad inserirsi in questo momento di riflessione sulle «opzioni» sia l'edizione italiana delle memorie di Franz Thaler. Il lettore non s'imbatterà nell'ennesima rievocazione storiografica in senso stretto; del resto, con sollievo, non vi troverà nemmeno un'ombra di quella astratta retorica della «reciproca conoscenza» alla quale è stato abituato sinora.
Questo libro nasce da memorie inizialmente stese per i familiari. Ciò ne spiega l'immediatezza e la schiettezza tali da porlo al confine di quella particolare categoria che è la scrittura popolare; il «mare sommerso» delle piccole, oscure storie individuali con cui la storiografia dovrebbe sempre confrontarsi. E nasce soprattutto da quell'invincibile bisogno di raccontare e raccontarsi proprio di chi avverte la propria esperienza come emblematica di qualcosa di più vasto, che in qualche modo lo trascende ed investe tutti gli uomini. Ed avverte la propria testimonianza come un dovere non più rimandabile.

La storia dei `Dableiber' è il dramma di una doppia sconfitta. Osteggiati e perseguitati sino alla fine della guerra, hanno avuto un periodo di relativo riscatto finché l'assunzione delle loro posizioni è servita ufficialmente da contraltare al collaborazionismo nazista sudtirolese. In seguito la loro voce è stata nuovamente messa in disparte, come per evitare la necessità di un doloroso ripensamento collettivo.
Da parte italiana vi è stata del resto una scarsa attenzione nei loro confronti per un certo desiderio di monopolio della resistenza antinazista in Alto Adige.
E dal canto loro i "Dableiber" hanno sentito l'appello all'unità e alla concordia della propria comunità come una necessità etica prima che politica. Ma perdonare, avverte Thaler, non può voler dire dimenticare. Il titolo del libro, così perentorio, è lo scioglimento definitivo di un dubbio che deve averlo angosciosamente tormentato in questi anni.

Sin dall'opzione, determinata dal padre a causa della sua minore età e che per la prima volta gli fa sentire l'amarezza dell'emarginazione da parte dei coetanei, le vicende della «grande storia» sembrano passargli sopra, apparentemente al di là di ogni possibilità d'intervento. Eppure giunge anche per lui il momento della prova. Di fronte all'ordine di arruolamento in un reggimento di polizia la scelta di Thaler è consapevole e definitiva; il suo rifiuto lo porterà, dopo il periodo «alla macchia» e la sua volontaria consegna per evitare ritorsioni sui familiari, all'internamento nel Lager.
Ed anche nell'«universo concentrazionario» di Dachau, contro la logica dell'impotenza e dell'annichilimento, egli si aggrappa con tutte le sue forze all'unica risposta, all'unica reazione che può dare: l'intima, reiterata affermazione dei valori vitali contro l'ideologia della morte.

Il candore, la straordinaria capacità di Thaler di stupirsi incessantemente di fronte all'ingiustizia, sono da lui stesso ricondotti al nucleo più profondo della sua esperienza: l'asseverazione del suo senso cristiano della sofferenza e della speranza.
Attenta unicamente alla verità della propria testimonianza, la voce di Thaler giunge diretta, familiare; raccolta in sé, può sembrare talvolta quasi sommessa, come tutte quelle che provengono da un lungo silenzio. Preziosa proprio per questo.

Bolzano, dicembre 1989
Carlo Romeo