Il booklet sulla serie di film Verkaufte Heimat, sceneggiati da Felix Mitterer, nell’edizione con sottotitoli in italiano. Un lontano progetto (2009) dell’Ufficio Bilinguismo e lingue straniere della Provincia Autonoma di Bolzano. Terza parte: Feuernacht
Rif. bibl.: Romeo, Carlo, Tra fiction e storia, in: Verkaufte Heimat, Provincia Autonoma di Bolzano-Cultura italiana, Bolzano 2009, pp. 30-37. Booklet allegato al cofanetto DVD Verkaufte Heimat. Dal libro di Felix Mitterer. Con sottotitoli in italiano - Prov. Aut. Bolzano - Rip. 15 - Ufficio Bilinguismo e lingue straniere.
Terza parte: “Feuernacht”
di Carlo Romeo
Titolo e dintorni
Ogni anno, in una sera di giugno, sulle montagne tirolesi si rinnova l’accensione dei fuochi per la festa del Sacro Cuore di Gesù. Nel 1796, sotto il pericolo dell’avanzata francese, i rappresentanti politici del Tirolo, con un giuramento solenne di fedeltà, avevano chiesto la protezione del Signore (Herz-Jesu-Bund). Da allora tale ricorrenza ha avuto sempre un grande valore di identificazione e mobilitazione collettiva.
Nella notte tra l’11 e il 12 giugno 1961 una serie di esplosioni quasi contemporanee abbatté decine di tralicci dell’alta tensione, lasciando senza corrente gran parte della provincia di Bolzano. Il clamoroso attentato, che passò alla storia come Feuernacht, la “notte dei fuochi”, rappresentò il momento culminante della prima fase del terrorismo in Alto Adige. Il volantino di rivendicazione citava le parole del canonico Gamper (morto qualche anno prima): “Un popolo che combatte per nient’altro che i suoi diritti naturali avrà il Signore come Alleato”. Severa fu la condanna da parte della Chiesa locale nei confronti di questo tentativo di strumentalizzazione del culto religioso.
Il film segue da vicino le biografie dei più noti protagonisti del Befreiungsausschuss Südtirol (BAS, Comitato di liberazione del Sudtirolo): Sepp Kerschbaumer (1913-1964), Georg Klotz (1919-1976) e Luis Amplatz (1926-1964). Del resto quasi ogni personaggio ricalca figure storicamente determinate, dal giornalista Wolfgang Pfaundler (Thaler nel film) all’“esperto di esplosivi” Kurt Welser (Winkler), dall’editore viennese Fritz Molden (Dott. Schuchter) allo stesso ministro degli esteri austriaco (Bruno Kreisky). Talvolta i nomi stessi sembrano “giocare” con riferimenti reali; ad esempio il cognome Lonico si associa facilmente a quello del colonnello Renzo Monico, capo del Centro di controspionaggio di Verona.
Come già osservato, le ultime due parti si caratterizzano, rispetto alle prime, per un approccio più cronachistico alle vicende, meno ampio ed esemplare.
La trama
Siamo nel 1959. Sono trascorsi quasi 15 anni dalla fine della guerra ma le tensioni in Alto Adige non sono diminuite. L’autonomia regionale non ha soddisfatto i bisogni del gruppo sudtirolese. Gran parte della popolazione, soprattutto giovanile, non vede buone prospettive davanti a sé.
Per trovare lavoro molti se ne vanno in Svizzera, in Austria, in Germania. Continua invece l’immigrazione di italiani in provincia: il governo è apertamente accusato di favorirla.
Anche nel paese delle nostre saghe familiari si manifestano i segni di una crescente protesta, di cui si fa esponente soprattutto Sepp Rabensteiner, frenato invano dalla moglie Kathl.
Con una scelta ancor più radicale, i due fratelli Hermann e Toni Tschurtschenthaler sono passati ormai ad attentati dimostrativi. Gli attentatori sudtirolesi trovano contatti e appoggi nella Repubblica austriaca, che ha sottoposto la questione all’ONU. Esponenti politici del governo tirolese e persino di quello federale di Vienna vedono con favore questo attivismo e promettono sostegno.
Si decide di organizzare un grandioso attentato che dovrà scuotere l’opinione pubblica internazionale. Si tratta di far saltare in aria nella stessa notte decine di tralicci in tutta la provincia. All’azione partecipano centinaia di persone. È la “notte dei fuochi” del 12 giugno 1961.
Gli attentati, che hanno anche provocato il primo morto, portano ad una durissima reazione dello Stato italiano, che invia in Alto Adige forti contingenti di militari e poliziotti. Il clima di tensione richiama anche la mobilitazione di gruppi austriaci e germanici di estrema destra. Saranno loro a continuare gli attentati anche quando la rete sudtirolese sarà scoperta e arrestata.
Il figlio di Ettore e Anna, Andrea, lavora per i servizi segreti italiani, come collaboratore dell’astuto colonnello Lonico. È lui a convincere il figlio dello stesso Rabensteiner, Alfons, a diventare un “informatore”. È anche grazie alle sue “soffiate” che ha luogo l’ondata di arresti, condotta dal brutale brigadiere Tozzer. Molti dei fermati subiscono violenti interrogatori. Durante uno di questi muore l’unico figlio rimasto di Hans Oberhollenzer.
Ettore ed Anna sono colpiti dalla violenza che si sta innescando e non comprendono il fanatismo con cui il figlio Andrea difende la sua scelta di campo.
Intanto Hermann, fingendo di collaborare con la polizia, riesce a fuggire in modo rocambolesco. L’unica speranza per lui è di passare il confine.
Chi parte e chi arriva
Kathl: Ripensaci, Alfons!
Alfons: Non c’è proprio nulla da ripensare! Qui non trovo lavoro, non trovo casa, quindi me ne vado! (…)
Sepp: Dobbiamo restare qui e batterci per i nostri diritti! Altrimenti non cambierà nulla!
Nel corso degli anni Cinquanta diventa evidente che quella dell’Alto Adige è una questione tutt’altro che risolta dal primo Statuto d’autonomia. I sudtirolesi hanno ottenuto la possibilità di rioptare e la lingua tedesca è tornata nelle scuole e nella vita pubblica. Tuttavia l’autonomia regionale è vista come un “imbroglio” con cui il governo italiano è venuto meno agli impegni presi con l’Accordo di Parigi del 1946. A più riprese la SVP richiede che le competenze della Regione Trentino-Alto Adige (in cui la maggioranza è italiana) siano delegate alle distinte Province. L’economia, soprattutto agricola, stenta a riprendere e alta è la quota dell’emigrazione sudtirolese all’estero. Al contempo il governo è accusato di favorire l’immigrazione italiana, soprattutto a Bolzano. Si diffondono dati allarmanti (e in gran parte esagerati) sull’entità del fenomeno. Le lentezze ed il centralismo dello Stato italiano peggiorano la situazione.
Bandiere e bombe
Contadino. Alzi un’altra volta la bandiera, Sepp?
Kathl. Sepp, devi proprio farlo? Non hai già abbastanza guai?
Parroco. Sepp, non serve a nulla! Cerca di essere furbo, ti prego!
Sepp. Il mio ragazzo è emigrato, sì… Alfons!
Tozzer. Tira giù subito quello straccio!
Sepp. Non è uno straccio. È la bandiera del Tirolo.
Sepp Kerschbaumer (1913-1964) è la figura che meglio riflette la parabola della prima fase del terrorismo sudtirolese. Proprietario di un piccolo esercizio di generi alimentari a Frangarto (Appiano), era molto conosciuto nella comunità locale sia per le doti di generosità e altruismo sia per il suo irriducibile attivismo politico. Segretario locale (Ortsobmann) della SVP, si mise in luce con proteste clamorose (soprattutto esposizione di bandiere), che gli procurarono un primo arresto. Critico nei confronti di una leadership che giudicava troppo moderata e inconcludente, uscì dal partito e sostenne l’autodeterminazione. Fu uno dei principali protagonisti del “primo BAS” fino alla notte dei fuochi.
Nel processo di Milano (1963/64) si assunse la piena responsabilità degli attentati, cercando di portare su un piano politico il giudizio sul terrorismo sudtirolese. Il suo comportamento dignitoso suscitò simpatie anche presso la stampa italiana. Condannato a 15 anni, morì qualche mese dopo (dicembre 1964) nel carcere di Verona per cause naturali. Il suo funerale vide la partecipazione di 15 mila persone e diede il via ad un processo di “eroicizzazione” che dura tuttora.
Solidarietà pangermanica
Edlinger. Bundesbrüder, è tempo che noi scendiamo in campo nella lotta per il Sudtirolo tedesco! I sudtirolesi sono sotto assedio, non si possono difendere (…) Visto che ora i bastardi hanno sommerso il Sudtirolo con migliaia di soldati, noi ci indirizzeremo al Nord-Italia. Siete pronti a partecipare?
Tutti. Sì!
Koppensteiner. Viva il Sudtirolo!
Il personaggio di Edlinger interpreta la figura storica di Norbert Burger (1929-1992), uno dei più noti attivisti dell’estrema destra neonazista austriaca e germanica. La sua influenza sui circoli universitari (era assistente ad Innsbruck) spinse al coinvolgimento di numerosi studenti in attentati in Italia. Subì senza conseguenze un paio di processi in Austria mentre fu più volte condannato in contumacia da tribunali italiani, anche per “strage continuata e aggravata” (Cima Vallona).
Cronologia
1946
In attesa delle decisioni degli Alleati sul futuro della provincia, la SVP organizza un raduno a Castelfirmiano al motto di Los von Rom (“Via da Roma”, 5 maggio).
L’Italia diventa una Repubblica attraverso il referendum istituzionale del 2 giugno (l’Alto Adige non vi partecipa).
Il 5 settembre è firmato a Parigi l’accordo italo-austriaco De Gasperi-Gruber, con cui l’Italia si impegna a garantire tutela e autonomia alla minoranza tedesca in Alto Adige.
1947
Col trattato di pace l’Italia mantiene il confine del Brennero ma perde l’Istria e la Dalmazia, da cui muoverà l’esodo di circa 350 mila persone.
1948
Varato lo statuto d’autonomia per la Regione unica Trentino-Alto Adige.
Sono riviste le opzioni del 1939: la maggioranza riacquista la cittadinanza italiana.
Nelle prime elezioni della Repubblica italiana; la Democrazia Cristiana vince sulle sinistre.
Dalle prime elezioni regionali esce l’alleanza di governo DC-SVP.
1949
L’Italia entra nella NATO.
Firmata una convenzione sul transito tra Tirolo, Vorarlberg e Trentino-Alto Adige (cosiddetto “accordino”)
Nascono la Repubblica federale e quella democratica tedesca (BRD e DDR)
1951
Nasce la Comunità economica del carbone e dell’acciaio (CECA), primo passo verso l’unione europea.
I parlamentari SVP avanzano proteste sulla mancata attuazione dell’accordo di Parigi.
1953
In Italia si conclude l’ultimo gabinetto De Gasperi, cui seguono numerose crisi di governo
Il canonico Michael Gamper denuncia che il gruppo sudtirolese rischia di essere sopraffatto numericamente dall’immigrazione italiana (“marcia della morte”).
1954
Nasce ad Innsbruck l’associazione Berg Isel-Bund (BIB) che appoggia la causa sudtirolese. L’SVP rinnova al governo italiano la richiesta di maggiore autonomia per la provincia di Bolzano. Anche il cancelliere austriaco Leopold Figl invia una nota sulla questione dell’Alto Adige.
Trieste (zona A) è affidata all’Italia. Ha inizio in Algeria la lotta per l’indipendenza dalla Francia.
1955
Col Trattato di Stato (15 maggio) l’Austria riacquista piena sovranità e in ottobre invia una nota diplomatica all’Italia sulla mancata applicazione dell’accordo di Parigi.
1956
Nasce la Corte costituzionale italiana. Accordo italo-austriaco sul riconoscimento dei titoli di studio. Il nuovo governo austriaco di Julius Raab solleva la questione sudtirolese (memorandum all’Italia); il leader del BIB Franz Gschnitzer diventa segretario di Stato. In ottobre si svolge a Vienna una grande manifestazione per il Sudtirolo.
In autunno si verificano i primi attentati dinamitardi in Alto Adige (“gruppo Stieler”). I responsabili vengono presto arrestati e condannati.
1957
A Roma nasce la Comunità economica europea.
Il processo ai “ragazzi di Fundres”, accusati di aver ucciso il finanziere Falqui, provoca forti tensioni.
La nuova dirigenza dell’SVP dà una svolta più radicale alla lotta per l’autonomia. Silvius Magnago è il nuovo Obmann. All’annuncio di un programma di edilizia popolare per Bolzano viene convocato il grande raduno di Castelfirmiano al motto di Los von Trient (“Via da Trento”, 17 nov. 1957)
1958
I deputati SVP presentano il progetto di un nuovo statuto d’autonomia, mentre continuano gli attentati del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol): sono colpiti tralicci, infrastrutture, cantieri di case popolari, monumenti. Oltre a Sepp Kerschbaumer, i referenti principali del movimento sono Georg Klotz della Passiria, Franz Muther (Venosta), Jörg Pircher (Lana), Luis Amplatz (Bolzano), Anton Gostner (Val d’Isarco), Karl Tietscher (Pusteria)
1959
La Svp si ritira definitivamente dal governo regionale. Mentre falliscono trattative bilaterali, l’Austria annuncia il ricorso all’ONU sull’Alto Adige. Le celebrazioni del 150° dell’insurrezione hoferiana sono occasione di grandi mobilitazioni sul problema sudtirolese.
1960
Con l’indipendenza di Cipro non cessa il conflitto tra greci e turchi.
In ottobre l’ONU dà la prima risoluzione sulla controversia altoatesina, invitando Italia e Austria a continuare le trattative (l’anno successivo ve ne sarà una seconda, analoga).
1961
Nella “notte dei fuochi” (11/12 giugno) sono abbattute decine di tralicci. Muore lo stradino Giovanni Postal. Migliaia tra militari e poliziotti sono inviati in provincia. Mentre continuano fitti gli attentati, il governo italiano istituisce la “commissione dei 19”.
Viene scoperta la rete sudtirolese del BAS con più di 100 arresti. Sono denunciati casi di maltrattamento durante gli interrogatori. Muoiono i detenuti Franz Höfler e Anton Gostner (per cause naturali secondo i risultati delle inchieste).
Il processo a Trento (1963) contro 10 carabinieri accusati di violenze ne assolverà 8; gli altri due saranno amnistiati.