Dalla presentazione bolzanina del libro Verso il Brennero. Luoghi nel tempo di Roberto Antolini (Libreria Ubik 23.01.2019).

 

IL TIROLO RIBELLE DEL CINQUECENTO

 

di Roberto Antolini

 

Nel libro Verso il Brennero ho cercato di narrare un territorio - diciamo quello del “corridoio del Brennero”, dell'Adige e dell'Isarco – raccogliendo storie che in qualche modo lo “centrassero”, cioè lo spiegassero mettendo in evidenza processi fondamentali, quelli che forgiano proprio la storia, gli danno una impronta che poi diventa un carattere e si proietta nel futuro. E si vede addirittura nel paesaggio, con i segni che vi lascia la storia.

L'ultimo dei quattro scritti raccolti nel libro, quello intitolato Anabattisti in Pusteria, parla di quello che è l'attuale Sudtirolo orientale, da Bolzano alla conca di Sterzing/Vipiteno, subito sotto il Brennero, tramite un viaggio-pellegrinaggio ai due masi che hanno dato i natali l'uno a Jakob Hutter, a Moos, frazione di San Lorenzo di Sebato in Pusteria, e l'altro a Michael Gaismair a Tschöfs/Ceves, poco sopra Sterzing. Che sono ovviamente l'occasione per ricordare e riflettere le vicende della guerra dei contadini del 1525 e della successiva espansione, in Tirolo, degli anabattisti - l'ala radicale della Riforma protestante - che si radicano nel territorio soprattutto negli anni '30 del Cinquecento, finché non inizia una loro pesantissima repressione da parte degli Asburgo, che li caccia dal Tirolo, facendoli fuggire, inizialmente verso la Moravia, dove guidati da Jakob Hutter, fonderanno le loro Bruderhöfe, le “fattorie fraterne” della corrente hutterita, caratterizzate dalla proprietà comune (ancora vigente nelle comunità sopravvissute, ora in Canada e negli USA). Ho scelto di narrare questo territorio tramite storie cinquecentesche, perché mi sembra che proprio questo sia il momento fondativo della prima modernità tirolese, che si conclude con la controriforma cattolica, la quale porta a sua volta fino ad Andreas Hofer.

 

 Lucas Cranach

Lucas Cranach. 1472-1553. Testa di contadino. Basilea, Kunstmuseum. Cranach era il pittore di corte di Wittenberg ed era il principale ritrattista di Lutero nonché suo amico. Questo studio di testa di contadino, quindi, è contemporaneo alla guerra dei contadini: è una immagine in cui la possiamo veder effigiata.

 

Prima c'è il medioevo, tutto un altro periodo, poi nel Quattrocento qualcosa cambia in profondità. Nel Quattrocento maturano gli effetti di quella crescita economica che si era lentamente sviluppata nei secoli del tardo medioevo, che fa crescere gli scambi, apre ulteriormente il territorio: ci sono i banchieri più potenti della Germania, i Fugger, che allungano le loro mani al di qua e là di là del Brennero, grazie ai loro prestiti di guerra agli Asburgo, i quali cedono in cambio attività minerarie (precedentemente controllate consuetudinariamente da interessi locali), ma anche Gerichte, giurisdizioni. E c'è anche in Tirolo la penetrazione dell'umanesimo, che diffonde un'altra idea dell'uomo, non più solo il “peccatore” medioevale, ma ora un soggetto potenzialmente fornito di una propria dignità. Queste sono idee che non si diffondono solo nei cenacoli intellettuali, ma che filtrano anche nella vita quotidiana dei centri più aperti, e circolano. E già nel Quattrocento si manifestano conflitti, come l'insurrezione dei contadini della vicina Carinzia e della Stiria, che nel 1478 si mettono anche a gestire autonomamente la giustizia e a scegliersi i parroci [Stella, p.44] (temi che poi risuoneranno anche nella guerra dei contadini tirolesi del 1525), o come le rivolte della Val di Non che si ripetono nel XV secolo. Poi nel 1517 a Wittenberg un monaco-teologo appende sulla porta di una chiesa 95 tesi critiche nei confronti della chiesa, e inizia un sommovimento mai visto nell'Europa cristiana, che stacca da Roma sempre più terre tedesche, e rimescola la storia non solo religiosa, diffonde uno spirito di rivolta.

 

 Gaismair

Ritratto ideale di Michael Gaismair dell'artista trentino Othmar Winkler

 

Molto ha significato per l'idea che il Sudtirolo ha di se stesso la guerra dei contadini del 1525, con il suo condottiero Gaismair, che è piaciuto sia ai nazi, che ne hanno fatto un loro emblema, che al sessantotto, che vi si è riconosciuto credendo di trovarvi qualcosa di socialistico.

Molto meno noti sono gli anabattisti, che pure secondo lo storico italiano dell'anabattismo, Ugo Gastaldi, avevano attorno a sé in Tirolo (nord e sud) negli anni '30 del Cinquecento, un'area di circa 20.000 persone [Gastaldi I, p.341], di fronte ad una popolazione complessiva di 350.000 abitanti. E che hanno pagato un prezzo altissimo alla repressione degli Asburgo: da un documento ufficiale del 1539 abbiamo la notizia che fino a quel momento ne erano già stati condannati a morte 600 [Gastaldi II, p.341]. In realtà queste vicende sono intrecciate, facciamo qualche esempio.

 

La Landesordnung ̶ che è sempre stata attribuita a Gaismair, ma per la quale recentemente lo storico Giorgio Politi ha messo in discussione l'attribuzione tradizionale, confermando comunque che «rappresenta senz'altro, nei suoi singoli articoli, un frutto a pieno titolo della rivoluzione protomoderna dell'uomo comune» [Politi, p. 297] ̶ ha uno specifico capitoletto sull'attività mineraria, intitolato Faccende relative alle miniere, che suona in questo modo:

«In primo luogo devono venire nelle mani del paese comune tutte le fonderie, quote, miniere, minerale, argento, rame e quanto spetta a ciò e si può conseguire nel paese, che appartiene alla nobiltà e a mercanti e compagnie forestiere come quelle dei Fugger, Höchstetter, Paumgartner, Pumpler [società di tipo proto-capitalistico ndr] e simili, poiché essi hanno perso tali cose, a termini di giustizia. Essi hanno infatti conseguito ciò in privilegio grazie a un’illecita usura – denaro destinato allo spargimento di sangue umano [cioè hanno ottenuto privilegi per attività minerarie come garanzia per prestiti di guerra al principe ndr]; del pari, hanno pagato all’uomo comune e lavoratore il suo salario con frode e merce cattiva sopravvalutata, aggravandolo due volte» [Politi, p. 337].

 

Quindi diciamo che dentro (comunque sia) la guerra dei contadini del 1525 troviamo rivendicazioni che riguardano le trasformazioni proto-capitalistiche dell'industria mineraria tirolese. Molte erano le miniere anche a sud del Brennero, ma il vero cuore dell'industria mineraria tirolese stava nella bassa valle dell'Inn, ad est di Innsbruck – da Hall con le sue miniere di salgemma, argento e rame, a Schawz la più grande miniera d'argento d'Europa (dove aveva trovato il primo impiego Gaismair come Grubenschreiber, ovvero scrivano delle miniere, prima di passare a fare il funzionario pubblico prima per la Luogotenenza all'Adige, poi per il principe-vescovo di Bressanone), fino a Rattenberg, – e questa è anche una zona di precocissimo arrivo del messaggio protestante, tramite predicatori ispirati alla riforma (nella variante luterana o zwingliana), nei primi anni ‘20 del Cinquecento (ricordo che l'affissione delle 95 tesi di Lutero sulla porta della chiesa dell'Università di Wittenberg è del 1517 e la Dieta di Worms, dove alla presenza dell'imperatore Carlo V e dei messi papali precipita la rottura definitiva con la chiesa di Roma, è del 1521).

 

 Predicatore riforma

Predicatore della riforma in una stampa dell’epoca

 

Dal 1521 opera a Rattenberg, con grande seguito di pubblico, il predicatore ispirato alla Riforma e molto critico con le gerarchie ecclesiastiche Stephan Agricola, che nel 1522 viene fatto arrestare dall'arciduca Ferdinando, ma è liberato dai minatori ed intercede per lui il consiglio della città. Ad Hall invece nel 1522 troviamo attivo il predicatore Jakob Strauß (proveniente da Schwaz), anche lui riformato ed anche lui di gran successo, ma viene cacciato dopo che critica la raccolta di reliquie Waldauf, e viene sostituito allora dall'altro predicatore riformato Urbanus Rhegius, che però viene allontanato anche lui nel 1523, ed allora un minatore si improvvisa predicatore riformato, e tiene le sue libere prediche sulla spianata del mercato. A Schwaz, dove pure operano precocemente predicatori riformati, è attiva anche una tipografia, finanziata dai fratelli Stöckl iscritti alla gilda dei minatori, che nel 1521 stampa già opuscoli protestanti.

 

Vediamo qui dunque un precocissimo attecchimento del messaggio protestante, promosso “alla luce del sole” dentro le chiese più importanti delle comunità, inizialmente in forme luterane o zwingliane, ma a differenza di quanto era avvenuto altrove (al nord e in zona svizzero-renana) qui la cosa non trova protezione politica, perché gli Asburgo invece si impegnano ad una altrettanto precoce repressione [Leeb, p. 21-22].

Un decennio dopo  ̶  negli anni '30 del Cinquecento  ̶  sappiamo da una fonte del tempo che a Schwaz la maggioranza della popolazione, i due terzi, aveva aderito all'anabattismo [Gastaldi II, p. 341]. A Rattenberg nasce e inizialmente lavora come stimato ingegnere e imprenditore minerario (ad un certo punto viene anche scelto dalla comunità come giudice minerario) Pilgram Marpeck, l'unico capo anabattista originario (fra i fondatori), morto nel suo letto (mentre gli altri vengono tutti sterminati dalla repressione), ma da Rattenberg deve fuggire nel 1528 all'inizio delle esecuzioni capitali di predicatori anabattisti [Gastaldi I, p. 283-290]. Si rifugia nelle più tolleranti città della bassa Germania: a Strasburgo prima e poi dal 1544 ad Augsburg.

 

 Ugo Gastaldi

Ugo Gastaldi, Storia dell’anabattismo. Da Münster ai giorni nostri, vol. II

 

Qui abbiamo insomma un frullato di Gaismair e Landesordnung, precoce penetrazione di tipo luterano repressa, e successiva affermazione anabattista, che ha una diffusione più nascosta, clandestina. Gli anabattisti non hanno chiese, fuggono il mondo in comunità appartate, che si ritrovano in case private, ma anche nei boschi di notte, per fuggire all'individuazione che comportava, dopo una legge imperiale del 1528, la pena di morte per eresia.

C'è un quadro di Pieter Bruegel, del 1566, intitolato La predica di San Giovanni Battista, che rappresenta il Battista, con il Cristo che si appresta a farsi battezzare, in mezzo ad un assembramento raccolto dentro un bosco, ed alcuni storici dell'arte pensano sia la rappresentazione di una riunione anabattista, durante la quale i nuovi adepti vengono “ribattezzati” da adulti, perché per loro il pedobattesimo, il battesimo di bambini inconsapevoli, non aveva alcun valore. E l'unica figura, barbuta, girata verso chi dipinge il quadro invece che verso il Battista, potrebbe essere un autoritratto di Pieter Breugel, oggi reputato lui stesso di simpatie anabattiste [Allegretti, Brueghel, p.140].

 

 Bruegel

Pieter Bruegel il vecchio. 1525-1569. La predica di San Giovanni Battista, 1566. Museo di Belle Arti di Budapest

 

In mezzo, fra il primo luteranesimo represso e la successiva espansione anabattista, ci stava la sconfitta della guerra contadina del 1525, che non era riuscita a cambiare il mondo.

 

Osservando questi avvenimenti storici in controluce sembra di individuare una sequenza, che potremmo esprimere in tre punti:

1) prima spinta “alla luce del sole” verso la riforma religiosa, e contemporanea insorgenza politico-sociale della guerra dei contadini;

2) repressione della prima, aperta, penetrazione riformata, e sconfitta politico-militare dei contadini insorti;

3) infine – quindi diffusione dell'anabattismo “clandestino” come rifiuto-fuga da quel mondo che non si è riusciti a riformare, esodo di massa in Moravia e costruzione di comunità fraterne basate sulla proprietà comune in quelle terre, dove queste comunità all'inizio venivano tollerate da una nobiltà ancora abbastanza indipendente dagli Asburgo (poi, per sfuggire l'avanzata della controriforma appoggiata dalle armi degli Asburgo, emigreranno sempre più ad est, e infine attraverseranno l'Atlantico, soprattutto nel XIX secolo).

 

 Berengo Gardin 1996

Hutteriti canadesi in una foto di Gianni Berengo Gardin (1996)

 

Insomma sembra proprio che un unico filo rosso intrecci i vari avvenimenti che riguardano il primo impatto tirolese con la modernità: penetrazione proto-capitalistica, spinta alla secolarizzazione (l'abolizione dei principati vescovili era stata prima richiesta della guerra dei contadini) e pluralismo (per il momento religioso). Quando invece, circa due secoli e mezzo dopo, troveremo un altro moto popolare di massa guidato da Andreas Hofer nel 1809, quell'insorgenza avrà invece tutt'altro rapporto con la modernità, rappresentata quella volta nel modo peggiore dalle armate rivoluzionarie francesi, arrivate sulla punta delle baionette ad imporre la coscrizione obbligatoria. L'insurrezione del 1809 avrà un segno anti-moderno.

In mezzo c'è la controriforma, che non solo reprimerà sempre il pensiero eterodosso, al contempo cercando di correggere i mali della chiesa cattolica, ma sguinzaglierà anche, in modo capillare, per le campagne un nuovo tipo di clero, attento al lavoro di base, al controllo del territorio e delle coscienze, in quell'opera di ricostruzione (totalitaria) di un consenso, che nella storiografia viene chiamato “disciplinamento”.

Niente meno che questo è l'intreccio che si aggroviglia attorno al Cinquecento tirolese, sviluppando una “identità tirolese”, basata sul trionfo di questa controriforma e sulla tanto decantata “unità religiosa” dell'Heiliges Land Tirol.

 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

 

Allegretti, Pietro (a c. di), Brueghel, Milano, Skira, 2015

Berengo Gardin, Gianni; Nessi Parlato, Gabriella, Hutteriti. Tirolesi d'America, Ed. Raetia, Bolzano 1996.

Gastaldi, Ugo, Storia dell’anabattismo [I] dalle origini a Münster (1525-1535), Torino, Claudiana, rist. 1992; Storia dell’anabattismo. [II] da Münster ai giorni nostri, Torino, Claudiana, 1981

Leeb, Rudolf, Riforma e protestantesimo in Tirolo fino al XIX secolo, in Lutero e il Tirolo, Tirolo, Schloss Tirol, 2017, p. 20- 27

Politi, Giorgio, Gli statuti impossibili. La rivoluzione tirolese del 1525 e il ‘programma’ di Michael Gaismair. Torino, Einaudi, 1995

Stella, Aldo, Il ‘Bauernfüherer’ Michael Gaismair e l’utopia di un repubblicanesimo popolare, Bologna, Il Mulino, 1999