La Grande Guerra

Nel centenario della battaglia di Caporetto “Storia e Regione” e il Filmclub di Bolzano invitano alla proiezione di un capolavoro del cinema, La Grande Guerra di Mario Monicelli, preceduta da un’introduzione di Carlo Romeo.

 

Quando:       25 ottobre 2017

ore 19.30  ̶  introduzione di Carlo Romeo

ore 20.00  ̶  proiezione film

Dove:            Filmclub Bolzano, Via Streiter

Organizzatori: Storia e Regione” in collaborazione con il Filmclub Bolzano nell’ambito della rassegna “Film&Storia

 

 La Grande Guerra di Mario Monicelli (1959)

Serata tematica del ciclo “Film&Storia” sulla battaglia di Caporetto

 

Dal 24 al 27 ottobre 1917 le trincee italiane sul Carso attorno a Caporetto furono travolte dalle truppe austroungariche e tedesche. L’attacco portò alla conquista di tutto il Friuli e minacciò di dilagare nella pianura padana. Il fronte italo-austriaco arretrò sino al Piave. Caporetto rappresentò la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano e aprì una ferita profonda nella memoria nazionale. Una ferita che nei decenni successivi si cercò di nascondere in vari modi, anche attraverso una retorica incentrata sull’eroismo del soldato italiano. La narrazione quasi sacrale di quella guerra e di quegli avvenimenti rimase sostanzialmente intatta ben oltre il Ventennio e la seconda guerra mondiale. Il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli ebbe un effetto dirompente sull’immaginario collettivo, contribuendo significativamente alla demistificazione di una pagina così importante della storia italiana.

Con La grande guerra la commedia all’italiana entrò nella sua fase più matura. Il cinema italiano di quegli anni riuscì a dar voce a nuove, critiche sensibilità e a rappresentare una coscienza alternativa rispetto ai mezzi di comunicazione di massa, come la Tv rigidamente governativa, e alla stessa scuola, ancora ingessata da tanti tabù. Le difficoltà che il film incontrò con la censura offrono uno spaccato del senso storico comune di allora, come pure le vivaci e contrastanti reazioni che esso suscitò nel pubblico, nella critica, nel mondo intellettuale; si pensi all’indignata presa di posizione contro la pellicola da parte di Carlo Emilio Gadda.

Questi e altri aspetti saranno trattati nella presentazione dello storico bolzanino Carlo Romeo, che accennerà anche ai riferimenti letterari da cui partì Monicelli (Maupassant e Lussu) e alle novità stilistiche che resero il film uno dei capolavori della storia del cinema.

 

 La Grande Guerra

 

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[I noleggiatori stranieri] appena avranno notizia di una pellicola italiana che ha per soggetto la rotta di Caporetto di cui ancora si ricordano (mentre hanno perduto la memoria per altrettanto colossali disfatte in casa loro), e per protagonisti due italiani “di media furberia nazionale”, quindi alacri ad imboscarsi, a marcar visita, a scappare, a darsi prigionieri, l’acquisteranno a qualsiasi prezzo, a scatola chiusa.

(Simplicissimus, «La Stampa», 10.01.1959)

 

Gli spettatori, deliziati, sopraffatti da Gassman e da Sordi, non avranno che sogghigni per gli anonimi fanti del Piave e del Grappa. Che scemi, diranno. Abbasso, diranno, ogni malata, ogni patologica audacia: viva la sana patologica fifa!

(Giuseppe Marotta, «L’Europeo», 25.01.1959.)

 

Il sottoscritto chiede d’interrogare il presidente del Consiglio dei ministri ed il ministro della Difesa, per sapere se non intendano assicurare il Parlamento che ogni partecipazione e impegno delle forze armate italiane in film di produzione italiana, o non, sarà accordato soltanto qualora tale partecipazione e impegno abbia il fine di esaltare il valore della nazione.

(Interrogazione Calabrò/Roberti 24.02.1959, Atti parlamentari, Camera dei Deputati)

 

A dar retta a certa gente sembrerebbe che la storia d’Italia fosse fatta soltanto di una serie di Vittorio Veneto: le Caporetto vanno ignorate. È la politica della camicia pulita che deve nascondere il collo sporco. Eroi sempre, e ad ogni costo.

(Enzo Biagi, «Epoca», 25.01.1959)

 

Occorrerebbe la più spudorata malafede per sostenere che il film calunni il valore e il sacrificio dei combattenti della grande guerra. Si può al contrario affermare che, sotto la maschera scherzosa, è la prima volta che una guerra combattuta da italiani viene presentata sullo schermo non come una brillante parata, ma come una cosa terribilmente seria.

(Filippo Sacchi, «Epoca», 15.11.1959)

 

[Il film] finì per rappresentare uno spartiacque per l’immagine pubblica della guerra, tra chi l’aveva raccontata, pur con tutti i suoi orrori e le sue sofferenze, come la grande prova e la grande avventura e chi, figlio di una nuova generazione di intellettuali, metteva ora in scena un olocausto vissuto senza entusiasmo, e a cui non era più vergognoso cercare di sopravvivere in ogni modo.

(Marco Mondini, La guerra italiana, 2014)

 

  

 La Grande Guerra

 

 

LA GRANDE GUERRA

IT 1959, 130 min. - regia: Mario Monicelli

soggetto e sceneggiatura: Mario Monicelli Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni

produttore: Dino De Laurentiis

con: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Silvana Mangano. In lingua italiana.