Politika 2013 (Edition Raetia)

Politika 2013 (Edition Raetia) 

Günther Pallaver (a cura di)

Politika 2013

Jahrbuch für Politik | Annuario di politica | Anuer de pulitica Politika Abo

Edition Raetia - 480 pagine - ISBN: 978-88-7283-XXX

 

Prefazione

Politika ha raggiunto quest’anno la sua quinta edizione. Forse non è un motivo sufficiente per annunciare un’edizione da anniversario ma ci riempie comunque di soddisfazione vedere il nostro annuario riscuotere interesse da parte del pubblico e conquistare una risonanza sempre maggiore sia in Alto Adige, sia nell’area linguistica tedesca e nel resto d’Italia.

La presente edizione si occupa in maniera specifica del cosiddetto “disagio” degli italiani dell’Alto Adige. Questo concetto, continuamente utilizzato politicamente come uno slogan, ha già di per sé superato il suo periodo di maggiore utilizzo sotto il profilo politico ma ricompare periodicamente a seconda del clima politico.

Il concetto di “disagio” riguarda essenzialmente il ruolo degli italiani in Alto Adige e possiede numerosi risvolti. Nel discorso pubblico si tratta di una sindrome obiettivamente reale, o comunque percepita soggettivamente, dell’inferiorità del gruppo linguistico italiano in Alto Adige, che ha la sensazione politica, economica, sociale e culturale di essere stato declassato dal gruppo linguistico dominante a gruppo dominato. Nella loro autopercezione gli italiani si sentono sotto molti punti di vista esclusi e deboli; si trovano in una posizione difensiva, senza un’identità comune, senza tradizioni comuni, senza memoria storica. Essi si sentono vittime della politica (statale) che in Alto Adige non li tutela e si sentono vittime della maggioranza di lingua tedesca, in particolare della Südtiroler Volkspartei. Agli italiani, questa l’accusa comune, non viene portato rispetto in quanto gruppo linguistico.

Il “disagio” può acuirsi sino a far sentire gli italiani dell’Alto Adige esclusi dall’autonomia, dalla sua definizione e dai suoi vantaggi (di natura materiale, dalle opportunità di carriera, ecc.), di essere sempre il secondo violino, di avere sempre solamente dei doveri, mai nessun diritto.

Nel passato si sono confrontati con questa tematica sia le scienze sociali che il giornalismo. In questa sede, lungi dal voler essere esaustivi, vogliamo solamente ricordare alcune pubblicazioni che per la comprensione del tema, dei diversi punti di vista e degli approcci analitici rappresentano un’importante lettura e mostrano, nel contempo, come si sia sviluppato nel corso degli ultimi trentacinque anni il discorso riguardo a questa tematica.

Nel 1978 è stato pubblicato il libro di Flavia Pristinger “La minoranza dominante nel Sudtirolo” (Bologna: Patron Editore), che illustra la riconquistata egemonia del gruppo linguistico sudtirolese ed avvalora questo dominio con alcuni dati empirici, in maniera molto condivisibile. Sabino Acquaviva e Gottfried Eisermann nel loro libro “Alto Adige. Spartizione subito?” (Bologna: Patron Editore) pongono, ancora più di Pristinger, al centro della loro ricerca la problematica etnica e la separazione dei gruppi etnici, collegate alla previsione dell’inarrestabile declino del gruppo linguistico italiano in Alto Adige.

Dopo questi due studi di carattere sociologico, condotti dall’Università di Padova, anche il giornalismo si è occupato della questione riguardante gli italiani dell’Alto Adige. Particolare polemica ed un lungo e controverso dibattito politico vennero provocati dal libro “Sangue e suolo. Viaggio tra gli italiani trasparenti” del giornalista Sebastiano Vassalli (Torino: Einaudi 1985). Vassalli sostiene la tesi della politica di apartheid in Alto Adige che avrebbe condotto ad una emarginazione degli italiani mentre i cittadini di lingua tedesca avrebbero diritto a tutti i privilegi.

Se non fosse stato pubblicato lo stesso anno si potrebbe interpretare il libro del giornalista bolzanino Piero Agostini “Alto Adige. La convivenza rinviata” (Bolzano: Praxis 3 1985) come una risposta alle tesi di Vassalli. Agostini affronta il problema degli italiani e della convivenza in maniera differenziata per giungere alla conclusione che l’Alto Adige è ancora molto distante da una convivenza costruttiva tra i gruppi linguistici, anche se intravede all’orizzonte alcuni segnali molto promettenti in questo senso.

Non mancano le pubblicazioni di lingua tedesca come, ad esempio, quella pubblicata da Rudi Benedikter e da Claus Gatterer (in parte bilingue) dal titolo “Apartheid in Mitteleuropa? Sprache und Sprachpolitik in Südtirol” (Vienna: Jugend und Volk 1982), ma sono stati soprattutto gli italiani ad occuparsi di se stessi, della loro identità e del loro disagio sociale.

Un cambiamento paradigmatico sotto il profilo interpretativo è stato realizzato da Romano Viola, rappresentante in Consiglio provinciale del Partito democratico della sinistra (successore del Partito comunista italiano). Nel libro di Hartmann Gallmetzer, ex segretario provinciale della Südtiroler Volkspartei, dal titolo “Il disagio di un autonomista. Intervista a Romano Viola” (Bolzano: Athesia 1999) Viola effettua un’analisi del gruppo linguistico italiano e parla delle sue difficoltà ma anche del suo potenziale e delle sue prospettive. Egli esorta gli italiani a liberarsi dalla loro autocommiserazione ed a non identificare sempre ed esclusivamente nella Südtiroler Volkspartei il capro espiatorio del proprio disagio.

Può essere inteso come una sorta di prosecuzione di questo discorso il libro del giornalista Lucio Giudiceandrea “Spaesati. Italiani in Südtirol” (Bolzano: Raetia 2006). L’autore cerca di provare che le cause sarebbero interne al gruppo linguistico italiano e quindi meno cause esterne legate al disagio. Come ulteriore sviluppo delle tesi di Giudiceandrea può essere considerato il testo scritto con Aldo Mazza dal titolo “Stare insieme è un’arte. Vivere in Alto Adige/Südtirol” (Merano: Edizioni alphabeta Verlag 2012).

In un certo senso la pubblicazione del giornalista Riccardo dello Sbarba dal titolo “Südtirol Italia. Il calicanto di Magnago ed altre storie” (Trento: Il Margine 2006) può essere considerata una risposta al libro di Giudiceandrea “Spaesati”. Dello Sbarba considerava ed analizzava la realtà sociale degli italiani dell’Alto Adige in maniera più positiva e meno auto-accusatoria rispetto a Giudiceandrea.

Anche se gli scritti degli ultimi quindici anni, redatti attraverso un’osservazione partecipativa, sono giunti a risultati diversi, partono, contrariamente alle numerose pubblicazioni che li hanno preceduti, da una valutazione positiva dell’autonomia e dalla possibilità di una concreta convivenza tra i gruppi linguistici.

Questa edizione di Politika vuole affrontare le numerose questioni che negli ultimi anni sono state messe sul tappeto in merito a questo tema, mediante un’approfondita analisi dal punto di vista delle scienze politiche. Un’analisi basata su prove empiriche deve consentire di andare a fondo della realtà sociale. In questo modo dovrebbe essere verificata o falsificata quanto meno empiricamente la percezione del “disagio”.

I singoli contributi cercano di verificare se la mia tesi, in base alla quale il disagio degli italiani dipende in maniera considerevole da questioni di partecipazione, da inclusione ed esclusione, corrisponda anche alla realtà sociale. In relazione all’opinione generalizzata a livello provinciale, secondo la quale l’attuale statuto d’autonomia dovrebbe essere sottoposto ad una riforma per rispondere appieno alle nuove esigenze di carattere sociale, le analisi esposte in quest’annuario possono dare un prezioso contributo alla realizzazione di una riforma comune.

Il primo statuto d’autonomia (1948), nella sostanza, era stato elaborato in maniera autonoma dallo Stato escludendo i cittadini di lingua tedesca dell’Alto Adige. Questo comportò il disagio di coloro che erano stati esclusi. Il secondo statuto d’autonomia (1972) è stato sostanzialmente elaborato ed approvato da parte dei cittadini di lingua tedesca dell’Alto Adige escludendo gli italiani dell’Alto Adige. Questo ha avuto come conseguenza il disagio degli esclusi. Il terzo statuto d’autonomia offre per la prima volta l’opportunità a tutti e tre i gruppi linguistici dell’Alto Adige previsti nella costituzione provinciale (ma anche con il coinvolgimento dei nuovi cittadini dell’Unione europea e di coloro che provengono da Paesi extracomunitari) di riformare insieme lo statuto d’autonomia, nel quale potersi identificare tutti in uno spirito europeo.

Günther Pallaver - Presidente della Società di Scienza Politica dell’Alto Adige

 

Indice

Editorial /Editoriale

Günther Pallaver

2. Die Ereignisse des Jahres / Gli avvenimenti dell’anno

3. Essay: Kritische Bewertung des Jahres 2012

Saggio: Sintesi e interpretazione critica dell’anno politico 2012

Philipp Frener: Gegen den Strom / Contro corrente

4. Das Unbehagen der ItalienerInnen in Südtirol

Il disagio degli italiani in Alto Adige

Ilaria Riccioni: Tra alienazione e partecipazione: presupposti per la cittadinanza attiva in una provincia autonoma plurilingue e multiculturale

Luca Fazzi: Il disagio degli italiani tra retorica e realtà

Hermann Atz: Was ist dran am disagio der italienischen Volksgruppe in Südtirol?

Karl Gudauner: Zu Unrecht verteufelt. Eine Zwischenbilanz zum Proporz als Garantieinstrument

Siegfried Baur: Sprachen- und Schulpolitik in Südtirol: ein „Unbehagen“ ganz besonderer Art

Günther Pallaver: I partiti italiani in Alto Adige: Frammentati e deboli in cerca di una nuova identità

Markus Goller: Die Vertretung der italienischen Sprachgruppe in den Südtiroler Gemeinden 1952–2010

Forum: Il disagio degli italiani secondo il parere dei partiti, dei sindacati e degli operatori economici

5. Außerhalb des Jahresthemas / Altri temi

Karl Hinterwaldner: Ein System zerbricht. Südtirol und der SEL-Skandal

Judith Innerhofer: Von Schwimmbädern, Freiern und treuen Händen. Politische Skandale in Südtirol

Marco Mondini: Armi e eroi. Culture di guerra e miti marziali nella nazionalizzazione italiana

Patrizia Volgger: Schützenmarsch und Alpinitreffen. Die Berichterstattung der Tageszeitungen „Dolomiten“ und „Alto Adige“ im Vergleich

Martin Kobl: Die Macht der Entscheidung. Grenzen deliberativer Demokratie am Beispiel des Flughafens Bozen

6. Politische Bildung / Educazione politica

Georg Schedereit: Facetten der vergleichenden Faschismusforschung: Deutsch-italienische Wahlverwandtschaften aus englischsprachiger Sicht

Le affinità tra fascismo e nazismo, analizzate da studiosi di lingua inglese Anglophone comparative fascist studies on Italo-German affinities

Elisabeth Alber / Martina Trettel: Föderalismus ist (k)ein Spiel

7. Politische Persönlichkeit des Jahres

Personaggio politico dell’anno

Francesco Comina: Franz Thaler – “Ich bin nur ein kleiner Mensch”

8. Rezensionen / Recensioni

Lucio Giudiceandrea / Aldo Mazza: Stare insieme è un’arte. Vivere in Alto Adige/Südtirol (Giorgio Mezzalira)

Augusto Cavadi: Il Dio dei leghisti (Fabio Bonafé)

Mario Usala/Gastone Boz: Il lungo filo rosso: da Gaismair alle prime lotte operaie. Breve storia della CGIL-AGB dalle origini ai giorni nostri (Josef Perkmann)

Gershom Gorenberg: Israel schafft sich ab (Karl Heiden)

Andreas Maurer: Parlamente in der EU (Manfred Kohler)

Elido Fazi: Chi comanda, Obama o Wall Street? (Piergiorgio Bonafé)

Egon Erwin Kisch: Die drei Kühe. Eine Bauerngeschichte zwischen Tirol und Spanien (Matthias Scantamburlo)

Land Südtirol (Hg.): Das ist Südtirol – Piacere, Alto Adige – This is South Tyrol

Hermann Gummerer / Franziska Hack: Total alles über Südtirol –Alto Adige tutto di tutto – The complete South Tyrol

Organisation für eine solidarische Welt/Haus der Solidarität/ Südtiroler Gemeindenverband (Hg.): Wegweiser für neue Süd tirolerinnen und Südtiroler – Guida per nuovi cittadini e nuove cittadine dell’Alto Adige (Harald Knoflach)

Peter Hilpold: Das Kosovo-Gutachten des IGH vom 20. Juli 2010 (Günther Pallaver)

Peter Hilpold / Walter Steinmair / Christoph Perathoner (Hg.): Rechtsvergleichung an der Sprachgrenze (Günther Pallaver)