Un’ampia ricerca di Enzo Ianes e Lorenzo Vicentini sulle tracce dei volontari trentini e sudtirolesi nella guerra civile spagnola (1936-1939), edita dalla Fondazione Museo storico del Trentino
Enzo Ianes e Lorenzo Vicentini
Un’alba sorgerà: internazionalisti trentini
e sudtirolesi nella guerra civile spagnola
Fondazione Museo storico del Trentino
Trento 2024, pp. 831, numerose ill., € 49
INTRODUZIONE
di Enzo Ianes e Lorenzo Vicentini
Il presente volume è il risultato di una ricerca iniziata nel 2012 per passione personale, divenuta in seguito un progetto più strutturato grazie al sostegno di Mirko Saltori e Quinto Antonelli della Fondazione Museo storico del Trentino. L'esperienza del volontariato in armi non era del tutto estranea ai trentini e già nel corso della seconda metà dell'Ottocento una certa partecipazione si era registrata con le campagne militari garibaldine, in special modo quelle per l'unità d'Italia. Fu però a seguito dello scoppio della prima guerra mondiale, anche per via della propaganda irredentista svolta dal socialista Cesare Battisti (1875-1916), che alcune centinaia di giovani si arruolarono tra le file dell'Esercito italiano per contribuire all'ultimazione del processo di «riunificazione nazionale»: una vicenda che vide certamente la presenza più cospicua e finora forse la più studiata. Con la fine del conflitto, altri aderirono alla spedizione di Gabriele D'Annunzio e all'occupazione di Fiume tra il 1919 e il 1920, caratterizzata da una commistione di motivazioni nazional-patriottiche e rivoluzionarie. Qui si formarono alcuni dei principali esponenti del futuro movimento reducistico Italia Libera e dell'antifascismo trentino (1): tra essi Silvio Bettini, alias «Enzo Schettini», che diverrà un importante nome del fuoriuscitismo in Francia durante il ventennio.
Al contempo, in seguito alla Rivoluzione d'ottobre, un certo numero di ex prigionieri dell'Esercito austro-ungarico, originari di quelle che di lì a poco sarebbero divenute le nuove province del Regno d'Italia, scelsero di arruolarsi nell'Armata rossa. Su questi volontari influirono senza dubbio, da una parte, le contingenze in cui si trovarono a vivere, dall'altra, motivazioni di tipo idealistico, come nel caso di Vigilio Devigili, il quale si unì spontaneamente ai bolscevichi combattendo nei battaglioni internazionali: «questa volta dall'altra parte, questa volta dalla parte giusta» (2). Il coinvolgimento nelle vicende russe, tuttora poco studiato, si differenziò dalle esperienze sopracitate in quanto vide le varie componenti etnico-linguistiche del Trentino-Alto Adige e dell'Alto Adriatico battersi in nome dell'internazionalismo: un ideale che penetrò nei luoghi d'origine anche attraverso il rientro dei reduci dell'Esercito austro-ungarico dal fronte orientale.
La vicenda dei combattenti trentini e sudtirolesi nell'Armata rossa coinvolse perlopiù elementi della generazione precedente a quella di chi partirà volontario per la Spagna. Nonostante le evidenti differenze, a nostro avviso si possono individuare alcune analogie tra le due: in primo luogo la loro partecipazione alle principali guerre civili di inizio Novecento e, in secondo luogo, che queste si verificarono in territori molto lontani dai luoghi dove erano nati e avevano vissuto; quest'ultimo aspetto ha certamente contribuito a rimuovere tali vicende dalla memoria collettiva regionale.
Sui volontari trentini nella guerra civile spagnola per lungo tempo l'unico lavoro disponibile è stato Sotto il sole di Spagna: antifascisti trentini nelle brigate internazionali di Renzo Francescotti (3), pubblicato alla fine degli anni settanta. Il volume è costruito sulla base di un memoriale scritto nel dopoguerra da Adriano Bertella, con l'aggiunta di alcune testimonianze dirette degli ultimi reduci di Spagna ancora viventi e residenti in Trentino. In esso vengono identificati una quarantina di combattenti, sebbene già l'autore ipotizzi fossero stati oltre sessanta.
Più in generale, numerose pubblicazioni in Italia hanno trattato del volontariato antifascista in Spagna; tuttavia, per avere un nuovo apporto relativo anche al Trentino-Alto Adige si è dovuto attendere la metà degli anni novanta e la pubblicazione, a cura dell'Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna (AICVAS), de La Spagna nel nostro cuore 1936-1939: tre anni di storia da non dimenticare (4). Il libro raccoglie oltre 4.000 biografie di uomini e donne e, sulla sua scorta, è stato possibile confermare e anzi aumentare il dato ipotizzato da Francescotti. Inoltre in esso emergono alcune tracce di una componente sostanzialmente sconosciuta, costituita da volontari di lingua tedesca originari dell'Alto Adige, mai citati prima di allora nelle pubblicazioni di storia locale. Per quest'ultimi, al momento di iniziare la nostra ricerca, disponevamo solo del volume Ich bekämpfte jeden Faschismus: Lebenswege Tiroler Spanienkämpfer (5), pubblicato in Austria nel 2010, in cui si ricostruisce l'esperienza dei combattenti tirolesi, tra cui alcuni antifascisti originari della provincia di Bolzano.
Le informazioni raccolte attraverso queste pubblicazioni ci hanno dato modo di rilanciare un nuovo lavoro di ricerca che lasciava intravedere la possibilità di spostare gli orizzonti da un piano provinciale a uno regionale. un approccio che, considerate le caratteristiche e le peculiarità del territorio in esame, poteva permettere di evidenziare differenze ed eventuali similitudini fra il volontariato in armi trentino e quello sudtirolese.
Intanto sono usciti diversi nuovi contributi incentrati sul caso dell'antifascismo italiano in Spagna, fra cui i lavori di Marco Puppini e Augusto Cantaluppi oppure quelli di Pietro Ramella sulla Retirada e sugli eventi successivi (6). Al contempo sono apparsi i primi risultati delle ricerche di Enrico Acciai (7), che ha avuto il merito, tra l'altro, di approfondire le vicende della Sezione italiana della Colonna Ascaso, precedenti e in parte contemporanee a quelle delle più note brigate internazionali (BI). Un approccio innovativo a questo tipo di studi si è poi avuto nel volume Volontari antifascisti toscani nella guerra civile spagnola curato da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti (8), un testo con un focus regionale, ma caratterizzato da un notevole lavoro di ricerca che ha saputo volgere il proprio sguardo verso archivi e fonti prevalentemente estere e fino a quel momento sostanzialmente inesplorate per lavori analoghi.
Anche per il caso dei volontari originari del Trentino-Alto Adige appariva sempre più evidente come l'asse della ricerca dovesse spostarsi da un piano locale e nazionale a una dimensione internazionale, dal punto di vista sia archivistico sia bibliografico. Mentre la nostra ricerca progrediva, abbiamo tentato di fissare un primo parziale risultato attraverso un contributo apparso nel 2016 sulla rivista Geschichte und Region/Storia e Regione, in un numero monografico curato da Andrea Di Michele e incentrato sulla partecipazione regionale alle guerre di Etiopia e Spagna (9). In questa pubblicazione il nostro articolo rimaneva confinato alla sola esperienza trentina e, riletto ora con sguardo retrospettivo, appare già datato per via di alcune imprecisioni e per la sopraggiunta possibilità di consultare nuove fonti, che ci ha poi permesso di correggerlo e svilupparlo nel presente volume.
Il lavoro di revisione, ma anche la peculiarità di una regione annessa all'Italia nel primo dopoguerra e caratterizzata da significative differenze linguistico-culturali, portava con sé un primo problema e cioè stabilire quali individui considerare pertinenti e quali no. In alcuni casi la vita dei futuri volontari di Spagna si svolse in gran parte lontano dal Trentino-Alto Adige e il rapporto con esso era assai labile. Si è deciso tuttavia di considerare quei soggetti collegati per motivi di nascita o per evidenti legami familiari. Oltre a ciò, abbiamo potuto confutare la partecipazione al conflitto spagnolo di alcuni antifascisti i cui nomi comparivano nelle pubblicazioni precedenti e prevalentemente derivanti da documenti di polizia o testimonianze orali: fonti che, come avevano già sottolineato ad esempio Cesare Bermani e Mimmo Franzinelli (10), andrebbero sempre utilizzate in modo critico e, se possibile, confrontate con altre di diversa provenienza. Questo, a nostro avviso, è il motivo principale per cui i nostri risultati si discostano in parte da quelli pubblicati nel volume del 2018 Antifascisti trentini nella guerra di Spagna di Sandro Schmid (11), che si è concentrato in particolare sulla figura di Emilio Strafelini. In esso compaiono anche nominativi di antifascisti originari di altre regioni, come Alfredo Paternoster ed «Ernesto Biasi» - pseudonimo utilizzato dal piemontese Pierino Bianco -, oppure quelli dei trentini Tullio Bellotti, Giulio Bergamo, Mario Nicolini, Giuseppe Segatta, Giuseppe e Gustavo Tomasi, la cui partecipazione alla guerra di Spagna si può ormai escludere con un buon grado di certezza.
Allo stesso tempo, attraverso una sistematica ricerca negli archivi e l'incrocio dei dati raccolti, abbiamo potuto accertare la sicura origine regionale di Pietro Agosti, Mario Lunelli, Angelo Molignoni, Angelo Nardelli e Albino Zattoni. Si è accertato un forte legame familiare con il Trentino per Giulio Varesco e Giovanni Zucchelli e, inoltre, sono stati individuati i nominativi di uomini sostanzialmente sconosciuti come i volontari Claudio Dalla Torre, Alfredo Fedrizzi, Josef Ganner, Bruno Gobber, Johann Illmer, Heinrich Mössl, Alfonso Rizzardi, Albert Alois Schnitzer e Friedrich Stauder. La nostra ricerca ci ha portato quindi a individuare 72 volontari di origine trentina e altri 16 di origine sudtirolese, ai quali si affiancano alcune figure a essi strettamente legate. In particolar modo è emerso il ruolo del già citato «Enzo Schettini», il quale, sebbene non partecipò direttamente agli avvenimenti in terra di Spagna, fu centrale per gli arruolamenti nelle BI.
Per quanto concerne la distribuzione geografica dei combattenti, sono rappresentate tutte le principali zone della Regione e, nonostante il numero relativamente esiguo di individui, questi restituiscono la complessità del percorso umano-politico-militare che fu il volontariato in Spagna. Vi si trovano infatti anarchici, comunisti, socialisti, giellisti e antifascisti senza partito; fra loro vi fu chi si batté con le milizie spagnole, la Sezione italiana della Colonna Ascaso, le centurie internazionali prima e le BI poi oppure con le brigate miste (BM) dell'Esercito popolare repubblicano. Tale pluralità poneva una serie di interrogativi sulle motivazioni che avevano portato quasi un centinaio di corregionali a compiere la scelta comune di combattere il fascismo in Spagna e su una possibile continuità con un loro percorso politico precedente. Si tratta di aspetti forse rilevabili soltanto attraverso una ricostruzione biografica di lungo periodo, indispensabile per uscire da una narrazione di tipo retorico-celebrativo e far emergere le specificità di ogni singolo caso, restituendone la dimensione umana caratterizzata da slanci di generosità ed eroismo, ma anche da contraddizioni e timori.
Intanto ci appariva necessario, al fine di restituire la complessità della vicenda, inserirla nel contesto delle classi subalterne e delle loro organizzazioni politiche e sindacali tra prima guerra mondiale, ventennio fascista e gli altri grandi eventi internazionali che si determinarono fra gli anni venti e trenta. Le motivazioni che portarono quei corregionali a combattere in Spagna erano maturate probabilmente diverso tempo prima, in alcuni casi già durante l'opposizione all'ascesa del fascismo, in altri attraverso l'esperienza dell'emigrazione - per un intreccio di motivi economici e politici - in paesi democratici, dove avevano sviluppato o esternato una coscienza internazionalista; all'estero infatti molti avevano avuto la possibilità di partecipare al dibattito pubblico e alla vita politica, preclusa a chi invece era rimasto in Trentino-Alto Adige. Quest'ultimo fattore spiega anche perché la maggior parte dei volontari partì per la Spagna dal proprio Paese di approdo, mentre solo in minima parte dalla Regione, e ci ha costretti a addentrarci in un territorio - come hanno sottolineato, tra gli altri, Fabrizio Rasera e Michele Toss - fino a oggi sostanzialmente inesplorato dalla storiografia locale: quello del fuoriuscitismo e dell'emigrazione politica (12). Lo stesso discorso, a nostro avviso, è valido per quei combattenti che nel corso della seconda guerra mondiale si batterono lontano dal Trentino-Alto Adige, partecipando alle Resistenze in altri Paesi europei. Due argomenti sui quali speriamo di essere riusciti a dare un piccolo contributo. L'esperienza dei trentini nel Corpo truppe volontarie (CIV) a sostegno di Franco, indagata nel volume «In Spagna per l'idea fascista»: legionari trentini nella guerra civile spagnola 1936-1939 (13), è da noi trattata solo in piccola parte, in relazione ai corregionali che vennero fatti prigionieri dai repubblicani.
Nel frattempo importanti apporti alla nostra ricerca sono stati forniti da ulteriori pubblicazioni in lingua italiana. Tra queste vale almeno la pena di menzionare Storie di indesiderabili e di confini: i reduci antifascisti di Spagna nei campi francesi (1939-1941) di Acciai e Cansella, sulle vicende in cui vennero coinvolti i reduci in seguito alla loro partecipazione alla guerra civile, e la ricerca sul Battaglione «Garibaldi» poi XII BI di Puppini: due opere di grande rilievo di cui si sentiva la mancanza (14).
Dal punto di vista archivistico le fonti consultate per la ricostruzione delle biografie sono molteplici e rispecchiano la dimensione internazionale in cui le singole vicende si svilupparono. Partendo da quelle disponibili sul territorio regionale presso gli archivi di Stato di Trento e Bolzano, ci si è poi spostati verso altri istituti archivistici italiani. In tal senso i nuclei documentari più consistenti sono rappresentati da alcune serie del Ministero dell'interno presso l'Archivio centrale dello Stato a Roma e dal fondo dell'Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) di Milano, ora Istituto nazionale «Ferruccio Parri».
Per quanto riguarda i volontari sudtirolesi, sono state utili la documentazione conservata a Vienna presso il Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes (DÖW) e quella conservata in altre istituzioni archivistiche austriache.
Come anticipato, in corso d'opera è risultata sempre più evidente la necessità di allargare lo sguardo alla Spagna e verso quei Paesi dove i volontari trentini e sudtirolesi avevano trascorso lunghi anni. Sono state fondamentali le informazioni reperite presso il Centro documental de la memoria histórica (CDMH) di Salamanca e l'Arxiu Nacional de Catalunya (ANC) di Barcellona. Senza scendere nello specifico di ogni singolo caso, un altro importante contributo è costituito dalla documentazione riguardante le brigate internazionali (BI) conservata negli archivi dell'Internazionale comunista al Russian State Archive of Socio-political History (RGASPI) di Mosca, che abbiamo potuto visionare. Altro fondo che vale la pena di menzionare è quello della Direction de la Sûreté générale du Ministère de l'Intérieur altresì noto come Fonds de Moscu degli Archives Nationales di Pierrefitte-sur-Seine (Parigi), i cui fascicoli ci hanno permesso di fare un percorso a ritroso e di rivolgerci agli archivi di quei dipartimenti in cui i volontari vissero prima o dopo la guerra civile spagnola. un procedimento simile è stato seguito per i residenti in Belgio, mediante i documenti del Ministère de la Justice Administration de la Sûreté Publique (Police des étrangers) agli Archives générales du Royaume (AGR) a Bruxelles.
Oltre a ciò sono stati consultati numerosi giornali e riviste, tra cui quelli del fuoriuscitismo italiano conservati in parte presso la Fondazione «Giangiacomo Feltrinelli» a Milano o accessibili mediante emeroteche online. Abbiamo inoltre intervistato discendenti o conoscenti di alcuni reduci sia in Regione sia all'estero, tuttavia constatando che non sempre la memoria di quegli avvenimenti è stata tramandata in ambito familiare. Di maggior interesse sono le testimonianze di altri militanti delle stesse organizzazioni o di reduci con cui i volontari avevano condiviso le medesime esperienze.
Fatta eccezione per le memorie raccolte da Francescotti, un limite della presente ricerca è dovuto alla quasi completa assenza di diari o memorialistica. Per i primi, il pericolo di un loro eventuale ritrovamento da parte delle polizie nell'Europa sotto controllo nazifascista ha probabilmente interferito con la conservazione degli archivi personali da parte dei reduci: fanno eccezione solo i casi di Emilio Strafelini e Albino Zattoni. Va comunque rilevato che per Strafelini la documentazione presente inizia sostanzialmente dal 1945, mentre solo quella di Zattoni copre tutto il periodo che va dal momento dell'emigrazione fino alla seconda guerra mondiale. Quest'ultimo archivio è stato rintracciato negli Stati Uniti, dove Zattoni rientrò e visse dopo la guerra civile spagnola. In generale, occorre tenere presente che nessuno dei volontari da noi presi in considerazione pubblicò libri di carattere autobiografico; di conseguenza il nostro lavoro si è concentrato prevalentemente su fonti archivistiche prodotte da terzi sul loro conto, con tutti i limiti e le difficoltà interpretative che ne possono conseguire. Per molti volontari le biografie sono state sviluppate ampiamente rispetto alle pubblicazioni precedenti; per altri le informazioni reperite rimangono scarse.
Con questa pubblicazione ci proponiamo di riscoprire e mantenere viva la memoria dei trentini e sudtirolesi che hanno lottato contro l'avanzata del fascismo in Spagna tra il 1936 e il 1939. Essi, al di là delle differenze linguistiche e accomunati dalla bandiera dell'internazionalismo, rappresentarono la punta più avanzata di un movimento antifascista all'estero che coinvolse decine di migliaia di emigrati ed esuli. Il volontariato in armi in terra iberica probabilmente costituì la principale tappa intermedia della lunga opposizione al nazifascismo in Europa, fatta di percorsi individuali e collettivi in gran parte rimasti a lungo nell'ombra per via di un'impostazione storiografica che in passato si è concentrata sulla lotta di liberazione nazionale e dunque, per quanto riguarda il caso italiano, successiva all'8 settembre 1943. Ci è sembrato pertanto doveroso tentare di colmare questo vuoto riscoprendo e valorizzando le storie di quasi un centinaio di corregionali, in gran parte operai e semplici lavoratori, che in uno dei momenti più tragici della storia del Novecento decisero di oltrepassare i Pirenei e di mettere a rischio la propria vita in nome della solidarietà internazionale.
Note
(1) Benvenuti, Sergio, I legionari trentini a Fiume con D’Annunzio, Studi Trentini di Scienze Storiche, Trento, a. 87 (2008), n.4, pp. 543-570.
(2) Di Michele, Andrea, Tra due divise: la Grande Guerra degli italiani d’Austria, Roma-Bari, Laterza, 2028, p. 204.
(3) Francescotti, Renzo, Sotto il sole di Spagna: antifascisti trentini nelle brigate internazionali, Trento, Innocenti, 1977..
(4) AICVAS, La Spagna nel nostro cuore 1936-1939: tre anni di storia da non dimenticare, Roma, Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, 1996
(5) Stepanek, Friedrich, Ich bekämpfte jeden Faschismus: Lebenswege Tiroler Spanienkämpfer Innsbruck-Wien-Bozen, StudienVerlag, 2010.
(6) Cantaluppi, Augusto, La ‘Ringhera’ in Spagna: antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1936-1939), a cura di Marco Puppini, Milano, Pigreco, 2020; Cantaluppi, Augusto, Puppini, Marco, Ebro 1938: No Pasarán: i Garibaldini caduti nella battaglia dell’Ebro, Milano, AICVAS 2011; Iidem, Guadalajara 1937: antifascisti italiani caduti nella battaglia di Guadalajara, Milano, AICVAS 2012; Iidem, Non avendo mai preso un fucile tra le mani: antifasciste italiane alla guerra civile spagnola, Milano, AICVAS, 2014; Puppini, Marco, In Spagna per la libertà: antifascisti friulani, giuliani e istriani nella guerra civile spagnola, Udine, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1986; Idem, “Apparati comunisti di vigilanza e repressione nelle Brigate Internazionali: il caso della ‘Garibaldi’”, in: Spagna contemporanea, Torino, a. 25 (2016), n. 49, pp. 27-45; Idem, Garibaldini in Spagna: storia della XII Brigata Internazionale nella guerra di Spagna, Udine, Kappa Vu, 2019; Ramella, Pietro, La Retirada: l’odissea di 500.000 repubblicani spagnoli esuli dopo la guerra civile (1939-1945), Milano, Lampi di stampa, 2003; Idem, Dalla Despedida alla Resistenza: il ritorno dei volontari antifascisti dalla guerra di Spagna e la loro partecipazione alla lotta di liberazione, Roma, Aracne, 2012.
(7) Acciai, Enrico, Viaggio attraverso l’antifascismo: volontariato internazionale e guerra civile spagnola: la Sezione Italiana della Colonna Ascaso, tesi di dottorato, Viterbo, 2010; Idem, “Memorie difficili: antifascismo italiano, volontariato internazionale e guerra civile spagnola”, in: Diacronie, Bologna, a.3 (2011, n. 7); Idem, “Il contributo italiano al volontariato internazionale in Spagna”, in: Volontari antifascisti toscani nella guerra civile spagnola, a cura di Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti, Arcidosso, Effigi, pp. 49-118; Idem, “Una guerra senza pensioni e senza medaglie: le traiettorie dei reduci antifascisti italiani di spagna tra prigionia, Resistenza e dopoguerra”, in: RUHM: Revista Universitaria de Historia Militar, a. 3 (2014), n. 6, pp. 104-121; Idem, “Uscendo dalla guerra: i reduci dell’antifascismo in armi nell’Italia in transizione (1945-1948)”, in: Oltre il 1945: violenza, conflitto sociale, ordine pubblico nel dopoguerra europeo, a cura di Enrico Acciai et al., Roma, Viella, 2017, pp. 135-151; Idem, Garibaldi’s Radical Legacy: Tradition of War Volunteering in Southern Europe (1861-1945), Londra-New York, NY: Routledge, 2021.
(8) Cansella, Ilaria, Cecchetti, Francesco (a cura di), Volontari antifascisti toscani nella guerra civile spagnola, Arcidosso, ISGREC, 2012.
(9) Ianes, Enzo, Vicentini, Lorenzo, “Non è stando a casa che si difende una causa: percorsi biografici di antifascisti trentini in Spagna”, in: Abissinien und Spanien: Kriege und Erinnerung / Dall’Abissinia alla Spagna: guerre e memoria, a cura di Andrea Di Michele (Geschichte und Region/Storia e Regione, a. 25, 2016, n. 1), pp. 116-142.
(10) Voci di compagni, schede di questura: considerazioni sull’uso delle fonti orali e delle fonti di polizia per la storia dell’anarchismo, Milano, Quaderni del centro studi libertari, Archivio Pinelli, 2002.
(11) Schmid, Sandro, Antifascisti trentini nella guerra di Spagna, Rovereto, Osiride, 2018.
(12) Calì, Vincenzo, Bernardi, Paola, Testimonianze: Trentino e trentini nell’antifascismo e nella Resistenza, Trento, Temi, 2016, p. 37; Rasera, Fabrizio, “Fascisti e antifascisti: appunti per molte storie da scrivere”, in Rovereto in Italia dall’irredentismo agli anni del fascismo (1890-1939), a cura di Mario Allegri, Rovereto, Accademia Roveretana degli Agiati, I, pp. 85-130, 2002, qui p. 123.
(13) Ranzato, Gabriele, Zadra, Camillo, Zendri, Davide, “In Spagna per l’idea fascista”: legionari trentini nella guerra civile spagnola 1936-1939, Rovereto, Museo storico italiano della guerra, 2008.
(14) Acciai, Enrico, Cansella, Ilaria, Storie di indesiderabili e di confini: i reduci antifascisti di Spagna nei campi francesi (1939-1941), Arcidosso, Effigi, 2017; Puppini, Marco, Garibaldini in Spagna: storia della XII Brigata Internazionale nella guerra di Spagna, Udine, Kappa Vu, 2019. Sul volontariato in armi in generale: Neri Serneri, Simone, “La scelta delle armi: volontari, interventisti, militanti antifascisti, partigiani combattenti”, in 1914-1945: l’Italia nella guerra europea dei Trent’anni, Roma, Viella, 2016, pp. 121-154.
SOMMARIO
Premessa, Enrico Acciai
Introduzione
Dalla Grande Guerra al fascismo
Il ritorno dei reduci in Regione e il ‹contagio bolscevico›
Spostamenti di alcuni futuri volontari tra fine Ottocento e il disfacimento dell’Impero
La riorganizzazione del movimento dei lavoratori in Trentino-Alto Adige
Il movimento dei lavoratori trentino e sudtirolese tra fermenti rivoluzionari e reazione
La breve esperienza degli Arditi del Popolo
Fascismo ed emigrazione all’estero
Le elezioni del 1924, la violenza squadrista e il delitto Matteotti
Canti sovversivi
Antifascismo ed emigrazione: fra libertà e sopravvivenza
Segnali di opposizione socialista in Alto Adige
Oltrefrontiera: un mosaico di esperienze
Dal Trentino alla difficile riorganizzazione dell’opposizione antifascista all’estero
La nascita di Giustizia e Libertà e gli antifascisti trentini
L’attività politica all’estero tra confidenti, doppiogiochisti e insospettabili ‹compagni›
Lontani da casa: fra crisi economica, xenofobia e precarietà esistenziale
La scelta della cittadinanza e i sospetti di un regime
La politicizzazione nell’emigrazione come primo passo verso la Spagna
Il retroterra austriaco nella formazione del volontariato sudtirolese
Verso la politica dei fronti popolari
La guerra in Etiopia e il rilancio dell’antifascismo: un’occasione mancata?
Le vittorie dei fronti popolari in Francia e Spagna
Antifascisti trentini e sudtirolesi nella guerra civile spagnola
La risposta delle milizie popolari
La Catalogna rivoluzionaria dell’estate 1936
Primi volontari regionali: tra Sezione italiana e altre formazioni miliziane
I partiti dell’antifascismo italiano, l’AFIAC di «Schettini» e i militanti di base
L’internazionalizzazione del conflitto: il sostegno alla Spagna nazionalista e quello negato alla Repubblica
L’Unione Sovietica, l’Internazionale comunista e le brigate internazionali
L’appello dell’Internazionale comunista: volontari trentini nel Battaglione ‹Garibaldi›
Tra rivoluzione e guerra antifascista: una pluralità di percorsi
L’antifascismo regionale all’estero, il volontariato in armi e la solidarietà internazionale
Dal Trentino-Alto Adige alla Spagna: sui due fronti di una guerra civile
Guadalajara: echi di una vittoria antifascista e segnali di dissenso
Una lunga guerra: lontani da casa tra crisi dell’antifascismo e resistenza
Una crisi politico-militare nelle brigate internazionali
Quinto Battistata commissario politico della ‹Garibaldi›: dall’autunno 1937 all’offensiva repubblicana su Teruel
La ‹Garibaldi› in Estremadura e il tentato rilancio del volontariato internazionale
L’offensiva nazionalista in Aragona e la resistenza di Caspe
La riorganizzazione in Catalogna, la battaglia dell’Ebro e la Retirada
Dalla Spagna alla Resistenza europea
Nei campi di internamento francesi
Reduci di Spagna, fuoriusciti ed emigrati verso la seconda guerra mondiale
Il patto Ribbentrop-Molotov e lo scoppio della guerra
Reduci ed emigrati tra arruolamento volontario e forzoso
L’estate 1940: le conseguenze della disfatta francese
I reduci di Spagna fra internamento, confino e partecipazione alla Resistenza europea (Lager e confino; La Resistenza in Italia; La Resistenza in Francia; La Resistenza in Belgio; Altri fronti, tra guerra e lavoro coatto in Germania)
Il dopoguerra: un bilancio
Schede biografiche
Riferimenti bibliografici
Indice dei nomi