N.C. Kaser a Vienna nel 1978

 

Un ritratto di Brunico in parole e immagini per i 70 anni dalla nascita del poeta sudtirolese.

 

 

 

Autore: Carlo Romeo

Rif. bibl.: Romeo, Carlo, “Omaggio a Kaser, il genio provocatorio di un grande poeta”. In “Alto Adige”, 25 marzo 2017, p. 14.

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Norbert Conrad Kaser e la sua cittadina odiata-amata

Un ritratto di Brunico per i 70 anni dalla nascita del poeta sudtirolese

 

di Carlo Romeo

 

 

Il 21 agosto del 1978, a soli 31 anni, moriva presso l’ospedale di Brunico il poeta Norbert Conrad Kaser. La sua breve vita, stroncata dall’alcolismo, era stata segnata da emarginazione e dissidenza, ma soprattutto dalla poesia, la sua vera “pelle”, unica superficie di contatto col mondo. E come spesso capita agli artisti, la sua “presenza” nella storia (letteraria, culturale, politica) cominciò proprio da lì. Il suo percorso si rivelò all’improvviso nella sua sofferta autenticità, come una metafora o un’illuminazione poetica. L’avvertirono immediatamente coloro che l’avevano conosciuto e ne accompagnarono la salma al funerale. Tra questi Alexander Langer, che tra le motivazioni del suo “ritorno in Sudtirolo” indicò come avvenimento simbolico proprio il triste funerale di Kaser.

Da allora e senza interruzioni la sua opera e la sua figura furono analizzate, discusse, interpretate. Nel giro di pochi anni la critica e l’editoria consacrarono definitivamente Kaser come la voce più originale della moderna lirica sudtirolese, degna di figurare nelle più importanti antologie della letteratura tedesca. Quelle stesse poesie che in vita aveva avuto difficoltà a pubblicare, vennero accuratamente raccolte, insieme alle prose e alle lettere, in un’opera omnia di ben tre volumi. Al singolare fascino della sua lirica  ̶  capace di amalgamare con naturalezza aspetti rivoluzionari e altri candidamente popolari, tensioni metaforiche e prosaica concretezza  ̶  furono dedicate monografie, saggi e convegni.

Ma la sua “presenza” non rimase circoscritta al mondo letterario. Qualunque ricostruzione storiografica del secondo Novecento sudtirolese non poté più prescindere dalla sua esemplare dissidenza (pagata sempre in prima persona) e culminata nel suo famoso discorso, tenuto al convegno studentesco (SH) di Bressanone del 1969. Nessuna posizione critica verso la chiusura della politica culturale sudtirolese di quegli anni era stata più radicale e icastica delle infiammate parole di quel “poeta-vate” ventiduenne, che invitava la sua generazione a “macellare le vacche sacre” con i loro soffocanti miti e a “spennare l’aquila tirolese come un pollo” arrostendola a fuoco lento.

Tanto provocatoria era la sua critica alla politica e alla cultura ufficiale, quanto disperato era l’affetto nostalgico verso un’autentica Heimat che sentiva allontanarsi e di cui percepiva una rapida, devastante metamorfosi portata dallo sviluppo economico, dal turismo, dalla mentalità imprenditoriale e consumistica. È il lato più delicato, fragile e commovente della psicologia del poeta.

 

A 70 anni dalla nascita, Brunico ha messo in campo una serie di iniziative per ricordarlo. Se è vero che i poeti si capiscono meglio in rapporto ai luoghi dove sono nati e cresciuti, una delle novità più interessanti è senz’altro il volume “mein haßgeliebtes bruneck”, curato da Joachim Gatterer per i tipi della Haymon di Innsbruck. Si tratta della selezione di quegli scritti (lettere, liriche, prose varie) che meglio esprimono il tormentato rapporto di Kaser con la cittadina pusterese, che vengono “montati” intorno a diversi nuclei tematici ed esistenziali. Innanzitutto la sfera familiare e domestica, così dolorosa per un bambino “illegittimo”, affidato nei primi anni alle monache e solo in seguito riconosciuto dal patrigno. Poi la scuola e l’infanzia, i mercati, le feste, lo sport, i locali, le chiese e i conventi (dove Kaser vestì per breve tempo l’abito dei Cappuccini), senza tralasciare i luoghi e le occasioni di militanza e attivismo politico. Il “montaggio” non si limita ai testi ma comprende fotografie d’epoca, filologicamente selezionate tra quelle più “vicine” a Kaser (di amici e conoscenti), fino a comporre un ritratto in testi e immagini della Brunico degli anni Sessanta e Settanta. L’ambiente  ̶  scrive l’amico Klaus Gasperi nella premessa  ̶  in cui “Norbert è diventato uomo e scrittore e che sapeva fissare con le parole fin nelle minime sfumature”.

 

Haymon