Il 12 luglio di cent’anni fa, nella fossa della Cervara del Castello del Buonconsiglio di Trento, affollata per l’occasione di spettatori e fotografi, finiva all’età di 42 anni l’intensa vita di Cesare Battisti. Allo stesso tempo, in quel truce spettacolo voluto dalla propaganda di guerra austro-ungarica, iniziava il cammino della memoria battistiana, non meno intenso e vario.
 

Battisti 1904

Cesare Battisti con la moglie Ernesta Bittanti e il figlio Gigino

 

 

Autore: Carlo Romeo

Rif. bibl.: Romeo, Carlo, “Cesare Battisti, parte un ciclo di incontri”, in: “Alto Adige”, 8 aprile 2016, pp. 12-13.

 

 

 

Cesare Battisti 1916-2016

 

di Carlo Romeo

 

 

Il 12 luglio di cent’anni fa, nella fossa della Cervara del Castello del Buonconsiglio di Trento, affollata per l’occasione di spettatori e fotografi, finiva all’età di 42 anni l’intensa vita di Cesare Battisti. Allo stesso tempo, in quel truce spettacolo voluto dalla propaganda di guerra austro-ungarica, iniziava il cammino della memoria battistiana, non meno intenso e vario. Per gli uffici militari imperialregi le immagini della punizione dell’“alto traditore” trentino, ex deputato a Vienna, oltre che ammonire le riottose minoranze della monarchia danubiana, avrebbero dovuto associarsi al concetto di tradimento (“fellonia”) con cui era stato definito l’intervento italiano nella guerra. Ma quelle stesse immagini, circolanti anche in forma di cartolina, offrivano alla parte avversa i più icastici motivi a dimostrazione della “barbarie” dell’Austria, della sua tirannica oppressione sui popoli. A fine guerra, negli “Ultimi giorni dell’Umanità”, Karl Kraus avrebbe scritto che “la propaganda nemica ha trovato le nostre fotografie delle nostre gesta belle e pronte sul luogo del delitto”.

In Italia la vicenda di Battisti, nella prospettiva di un martirio risorgimentale, assunse da subito valore di exemplum e funzione di legittimazione e giustificazione della guerra che si stava combattendo. Nel giro di pochi anni il suo nome conquistò i primi posti nell’intitolazione di piazze, vie, scuole e associazioni. Eppure, come ha scritto lo storico Mario Isnenghi nelle “Guerre degli italiani”, la sua personalità è rimasta a lungo “una della più citate e meno conosciute” del Novecento italiano. La qualità della sua formazione culturale e del suo impegno politico in campo socialista, la sua originale conciliazione tra questione sociale e nazionale rimasero elementi sullo sfondo, motivi di una sorta di “memoria alternativa”, coltivata soprattutto dalla moglie Ernesta Bittanti e da una cerchia di intimi amici ed estimatori. Furono loro a esercitare una tenace opposizione, minoritaria ma autorevole, ai tentativi lungo il Ventennio di appropriazione della figura di Battisti da parte del regime fascista. Solo negli anni Sessanta questa tenace difesa della memoria ebbe modo di tradursi in una più ampia ricezione della sua profonda vicenda umana, politica, ideale. E ciò avvenne anche in ambito tedesco, grazie all’opera di Claus Gatterer che nel suo “Ritratto di un alto traditore” invitava a ridare a Battisti nella storia dell’Austria “il posto che merita, degno della sua statura di uomo e politico”.

 Battisti a Milano 1915

Cesare Battisti a Milano, 1915

 

In occasione del centenario della morte di Battisti, la “Società Michael Gaismair Gesellschaft” di Bolzano organizza un ciclo di sei conferenze, che si svolgeranno a cadenza settimanale ogni venerdì, dall’8 aprile al 13 maggio, presso la LUB. Nella prima Vincenzo Calì, a lungo curatore dell’archivio Battisti, collocherà la sua figura e pensiero nelle coordinate politiche e nazionali del suo tempo, sottolineandone gli aspetti democratici e progressisti. Dell’ambiente socialista trentino ai primi del secolo parlerà Maurizio Ferrandi (15 aprile), soprattutto sui rapporti tra Battisti, Tolomei e Mussolini, allora giovane agitatore rivoluzionario.

Lo storico della fotografia Anton Holzer metterà in luce un aspetto del conflitto a lungo trascurato in campo austriaco: la cosiddetta “guerra delle forche”, ovvero le brutali e spettacolarizzate esecuzioni di disertori, sospette spie, civili sui fronti sudorientali. A un tema affine si dedicherà Diego Leoni (29 aprile), curatore di un volume (“Come si porta un uomo alla morte”) in cui sono raccolte e analizzate le immagini della cattura ed esecuzione di Battisti.

Giorgio Mezzalira (6 maggio) tratterà invece il tema della monumentalistica nel Ventennio, soprattutto del monumento alla Vittoria di Bolzano e del mausoleo sul Doss Trento. Infine, la ricezione di Battisti nella letteratura sarà affrontato da Alessandro Costazza (13 maggio) sull’esempio del romanzo di Franz Tumler “Incidente a Trento” (1965).

 L'esecuzione di Cesare Battisti (12 luglio 1916)

L’esecuzione di Cesare Battisti a Trento (12 luglio 1916)

 

 

APPUNTAMENTI

 

Ciclo di conferenze su “Cesare Battisti 1916-2016” organizzato dalla “Società Michael Gaismair Gesellschaft”. Tutti gli incontri si terranno presso la LUB di Bolzano con inizio alle ore 18.00.

(8 aprile) Vincenzo Calì: “Piccole patrie e incerti confini: il ‘secolo lungo’ di Cesare Battisti”.

(15 aprile) Maurizio Ferrandi: “1909–1911. Lo strano triangolo Battisti-Mussolini-Tolomei”.

(22 aprile) Anton Holzer: “La guerra con le forche: esecuzioni di massa e violenza nelle foto della prima guerra mondiale” (in lingua tedesca).

(29 aprile) Diego Leoni: “Come si porta un uomo alla morte. Storia (e proiezione) di un film mai realizzato”.

(6 maggio) Giorgio Mezzalira: “Pietre sulla memoria. I monumenti di Trento e Bolzano a Cesare Battisti”.

(13 maggio) Alessandro Costazza: “Il ritratto di Cesare Battisti nel romanzo di Franz Tumler ‘Incidente a Trento’” (in lingua tedesca).